La galleria della miniera, con uno sviluppo di circa 140 metri, è stata scavata quasi interamente nella formazione dei Diaspri ed ha un andamento planimetrico articolato in tratti, spesso ortogonali tra loro, orientati principalmente NE-SW e NW-SE. A causa delle faglie e delle pieghe che li hanno interessati, i diaspri sono estremamente fratturati.
I fluidi idrotermali, risaliti attraverso le fratture presenti nelle sottostanti formazioni (Calcare rosso ammonitico e Calcare massiccio), dove hanno attraversato i diaspri, ne hanno alterato il colore, da rosso acceso a rosa molto chiaro e vi hanno veicolato le mineralizzazioni. Queste sono connesse con la faglia NE-SW che in superficie passa parallela al limitrofo Fosso del Razzino. Le deboli e sporadiche mineralizzazioni sono costituite da centimetrici filoncelli di quarzo contenenti, come minerali primari, solfuri di argento, rame, ferro, piombo e zinco; come minerali di alterazione: idrossidi, carbonati e solfati.
Nel 1834 la Società mineraria del francese Louis Porte avviò delle ricerche minerarie allo scopo di riattivare le antiche miniere toscane di rame e argento. A Montieri il Porte fece svuotare alcuni pozzi antichi nel tentativo di raggiungere i presunti giacimenti vergini. Eseguì anche nuovi lavori: Il pozzo Leopoldo, il pozzo Francesco, le gallerie di Santa Barbera e il Romito. Riaprì l’antico pozzo del Beato Giacomo scavandolo per alcune decine di metri, qui trovò gallerie e pozzi ma nessun giacimento sfruttabile.
Un filoncello quarzoso con minerali argentiferi, in affioramento sopra il paese, lo convinse a scavare la galleria di Santa Barbera e, accanto, quella del Romito oggi non più visibile. Lo scavo seguì il filoncello di quarzo mineralizzato per circa un 3centinaio di metri ma senza successo. Anche gli altri lavori non ebbero esiti favorevoli, praticamente ovunque fu scavato vennero trovati solo vuoti già coltivati dagli antichi.
Una carta dei lavori eseguiti dalla società mineraria del Porte. Si può notare che il pozzo del Beato Giacomo è già stato scavato e, nella carta sono state riportate le gallerie e gli altri pozzi trovati durante gli scavi. Compare anche la polveriera costruita dal Porte con la sua caratteristica cupola. La carta fu disegnata dall’Ing. Schneider, adottando una particolare proiezione sul piano verticale, dei lavori e della viabilità con sullo sfondo il Poggio di Montieri.