La galleria di Santa Maria (detta anche galleria della Madonna) porta ad un imponente complesso di lavori di ricerca mineraria iniziati nel 1840 (Ing. Schubert) e con varie riprese nel 1873 (Ing. Schwartzemberg) e nel 1903 (Ing. Schneider, Soc. Montecatini).
L’ingresso è tutt’oggi visibile nei pressi del fosso sottostante alla chiesetta di Santa Maria dei Castagni (Fig. 1). La galleria non risulta più percorribile a causa di una frana situata ad alcune decine di metri dall’ingresso.
La galleria Santa Maria fu scavata con l’intento di raggiungere a grande profondità presunte parti vergini del vasto giacimento di minerali argentiferi scavato in epoca antica.
Nonostante l’escavazione di numerose gallerie di ricerca, di pozzi e di discenderie (realizzati tra il 1840 e il 1903) (Figg. 2-3), fino ad oltre 200 m sotto il livello di accesso della galleria, furono trovate solo poche tracce di minerale argentifero, costituite da galena, tetraedrite e sfalerite.
Si scoprì, con non poca sorpresa, che il giacimento era stato completamente esaurito dagli antichi minatori, anche a grande profondità. Per Haupt e Pilla, i lavori minerari moderni per avere qualche successo, si sarebbero dovuti spingere ulteriormente in profondità per almeno 700-800m.