Lungo il versante NE del Poggio di Montieri affiora la formazione della Scaglia toscana, presente con calcari-marnosi rosa intenso-rosso.Nei primi anni del ‘900 questa roccia è stata coltivata per uso locale a scopo ornamentale, per la costruzione di manufatti e pavimentazioni, con la denominazione di «marmo rosso di Montieri» (Vatti 1930).
Lungo il sentiero della Ciona si aprono due modesti lavori di cava, il primo sulla destra del sentiero occultato dalla vegetazione, il secondo in corrispondenza di un affioramento di Scaglia (Fig. 1)
Decentrata rispetto al fronte, è presente una discarica nella quale sono rinvenibili frammenti di scarto (Fig. 2), che per coesione e dimensioni non erano ritenuti utilizzabili e resti della sbozzatura dei blocchi estratti. Ponendosi di spalle al fronte di cava, sulla sinistra, è ancora visibile il percorso di una lizza che dal piano di cava, con direzione N10°, scende fino alla strada asfaltata sottostante dove, con probabilità i blocchi estratti venivano trasportati altrove per le successive lavorazioni (Fig. 3).
L’attività estrattiva è stata svolta soprattutto con il metodo tecnicamente denominato «a rapina» applicato in affioramenti sporadici e di scarsa estensione come questo, da cui si potevano estrarre i blocchi compatti e di dimensioni adeguate alla lavorazione. Al termine del sentiero che scende da Costa dei Lippi, a margine della strada asfaltata per Boccheggiano, si può osservare un grosso blocco sbozzato di questa pietra abbandonato da molti anni (Fig. 4)