Come abbiamo già visto il Parco è caratterizzato per la sua struttura multipolare e multitematico , potendo fornire un’offerta molteplice di temi di interesse legati alla geologia (COSTANTINI et alii 2002), all’ambiente, al paesaggio, all’archeologia, al patrimonio storico-architettonico, nonché alle testimonianze delle attività minerarie e metallurgiche preindustriali e industriali.
Il 1 ottobre 2010 il parco è stato inserito nella European and Global Geoparks Network Under the Auspices of UNESCO (Application 2009).
Il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio geologico delle Colline Metallifere, attraverso la creazione di un circuito fondato su geositi di particolare interesse per la loro valenza scientifica, richiamo estetico e valore didattico-educativo, di fatto integrati con gli itinerari e percorsi museali già esistenti e incentrati essenzialmente su siti riguardanti le coltivazioni minerarie e l’attività di produzione metallurgica, è stato un passo fondamentale per la creazione del geoparco.
L’ampliamento dei percorsi museali con un approfondimento geologico ha avuto il merito di mettere a punto uno strumento di lettura del paesaggio al di là del suo aspetto minerario.
Se dal punto di vista della gestione la fruibilità rimane sempre connessa con le Porte del Parco, si sta modificandola stessa concezione del parco poiché si sta trasformando dal punto di vista del contenuto culturale.
Non più una geologia e una mineralogia ‘a servizio’ della valorizzazione dei compendi minerari, finalizzata alla comprensione del lavoro dell’uomo (cosa comunque fondamentale); ma un approfondimento relativo alla struttura geologica del territorio, una lettura della geodiversità e dei fenomeni geologici come base di partenza di tutta la storia del territorio. Il processo di ‘trasformazione’ da parco minerario a geoparco sta cambiando profondamente i contenuti e le ragioni primarie sulle quali il parco è nato.
Da un approccio essenzialmente antropocentrico stiamo andando verso un approccio olistico dove l’aspetto naturale viene indagato e valorizzato per il suo valore in sé e non relativo solamente all’attività mineraria.
Il progetto di valorizzazione dei geositi e del geoparco sono seguiti, attraverso un rapporto di convenzione con il Parco, dal Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Siena.
Le Colline Metallifere sono state oggetto di fenomeni geologici complessi ed affascinanti (alcuni dei quali unici al mondo – vedi i campi geotermici delle Biancane di Monterotondo) ed è una grande responsabilità attivare delle chiavi di lettura che necessariamente si inseriscono del masterplan e lo completano.
Dal punto di vista gestionale non è necessario, nella maggior parte dei casi, modificare la rete sentieristica ed i poli già previsti dai progetti. Vanno ampliati i contenuti di comunicazione museale e soprattutto va prevista la formazione ad hoc delle guide del parco. Nel 2012-2013 il Parco ha organizzato un corso di aggiornamento di 60 ore per le guide e per gli operatori al fine di consolidare la loro formazione geologica e mineralogica. Tale corso verrà ripetuto anche nel 2013-2014.
Inoltre in collaborazione con la Provincia di Grosseto il Parco e l’Università stanno procedendo al riconoscimento dei geositi come ‘geotopi di interesse regionale’ da parte della Regione Toscana.
Questo cambiamento dovuto alla crescita e all’autodeterminazione del Parco stesso, deve anche prevedere una rivisitazione della sua struttura, che non può più essere quella dei 34 siti individuati dal Decreto Istitutivo del 2002 (già modificata per altro dal masterplan).
Questa immensa esperienza di anni di costruzione e di gestione, il lavoro con la European Geoparks Network che già ha dato, come indicazione di fondo, quella di comprendere, nei confini ideali del geoparco, un territorio più grande di quello delle sole aree oggetto di protezione (infatti il Geoparco comprende i territori dei 7 comuni delle Colline Metallifere), porta necessariamente a rivedere la delimitazione stessa del Parco.
Tale operazione determinerà la vera e propria trasformazione del Parco ‘ecomuseo’ in Geoparco.
Un altro importante progetto che determina un processo di cambiamento del Parco ed i suoi rapporti con il tessuto economico e sociale (stakeholders) è il processo partecipato della Carta Europea del Turismo Sostenibile della Aree Protette (CETS) intrapreso nel 2013.
L’Ecomuseo: le Porte del Parco
La possibilità di circolazione e fruizione del Parco è data alle Porte del Parco ovvero dei veri e propri punti di accesso situati in tutti e sette comuni del territorio. I poli museali, organizzati in rete, sono chiamati, dunque, Porte e tramite questi è possibile acquisire informazioni necessarie per usufruire dei vari servizi culturali offerti dal Parco, sia quelli organizzati direttamente dalla sede centrale o più spesso da ogni porta sotto il coordinamento della sede centrale.
La missione della ogni porta è quella di promuovere la conoscenza del mondo minerario, del paesaggio storico, della storia delle attività estrattive e soprattutto dell’identità del territorio delle Colline Metallifere Grossetane.
L’ attività principale è quella di accogliere, informare e indirizzare il visitatore, di attivare programmi e realizzare progetti culturali.
Le porte sono di varia tipologia (Centri informazione, Centri di documentazione, Biblioteche, Musei, Parchi) e offrono i seguenti servizi: informazione sui siti del Parco e delle relative attività che offrono; accoglienza turistica, distribuzione di materiale informativo, organizzazione di percorsi, proposte di percorsi, visite guidate, organizzazione di escursioni, animazioni, laboratori e attività didattiche. Ma anche ospitare mostre ed esposizioni, eventi e manifestazioni, vendita di materiale divulgativo e didattico.
Le Porte sono gestite, direttamente dai comuni anche perché le strutture museali e/o culturali sono tutte di proprietà comunale. Il Parco definisce un piano di aperture annuali, un calendario di attività da realizzare e assegna un contributo alla gestione erogato in cofinanziamento. I servizi e le attività delle porte devono mantenere uno standard di qualità controllato direttamente dal Parco.
Attualmente il Parco copre il 70% delle spese di gestione e i Comuni il 30%. Questo solleva gli enti locali da pesanti spese di gestione e permette una conduzione coordinata delle strutture culturali che fanno sempre riferimento al Parco.
Le Porte sono i punti di riferimento che segnalano gli accessi alla complessità del territorio. Tutte le attività culturali connesse al Parco hanno come fulcro centrale la risorsa umana. La qualità delle visite guidate, la formazione continua degli operatori, la capacità di raccontare storie e soprattutto di fare del visitatore un “visitatore attivo” che interagisce non solo con colui che lo accompagna ma con tutto il contesto che lo circonda, è il fondamento su cui si basa la struttura ecomuseale del Parco (CASINI CORSI 2011).